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136 | i tesori di golconda |
delle case maomettane, le finestrette ad ogiva multipla, difese da grate mirabili, fatte con una sola lastra di marmo sottile lavorato a giorno, raffigurante nel suo delicato traforo un albero con fiori e con frutti, una danzatrice, due paoni che si dissetano ad una vasca.
Haiderabat tutta bianca sotto il cielo di fiamma! Davvero non m’aspettavo una capitale così grande, così bella, così gaia in mezzo all’infinita desolazione dell’Industan; Haiderabat ben mussulmana, ma immune dalla decrepitudine sucida che distingue le altre capitali dell’Islam; e intatta come ai tempi di Mille e una notte, senza traccia di decadenza e senza traccia d’invasione europea! Se io fossi un sovrano di passaggio crederei davvero che questa folla si sia vestita nei suoi costumi dei tempi andati e si atteggi in parata per farmi onore, non già che essa viva della sua vita quotidiana.
La vita quotidiana è fatta di necessità. Ora questa gente non fa nulla di necessario. Tutti i negozi, sotto le arcate, ostentano le più deliziose cose inutili: gioielli, sete, velluti, vasi d’argento e di bronzo,