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reparti in muratura: divisione di casta, senza la quale i devoti si rifiuterebbero d’intervenire; perchè nessuna dimostrazione evangelica potrà mai indurre un indiano ad accostare un indiano di rango diverso; e accettano il paradiso promesso, ma a patto di suddivisioni di casta ben definite.

E il missionario mi fa notare sul collo bronzeo delle devote genuflesse i più strani amuleti pagani: zanne di tigre, idoletti, lingam fallici alternati a scapolari, crocette, medagliette di santi.

M’avvio verso la città per un viale alberato di baniam colossali che formano come una galleria di tronchi e di radici aeree. E fra i tronchi, ad intervalli, sono tempietti, tabernacoli d’un arcaismo remotissimo, che contengono idoli minuscoli, orridi e grotteschi, simili a feti sculpiti in metallo od in pietra; e grosse inferriate li custodiscono come se fossero belve feroci. Alternati ai tempietti noto certi alti scranni in granito, perchè le donne che passano sotto anfore enormi, fasci pesanti, possano deporre il carico e riprenderlo senza aiuto. Passano uomini, tamili foschi, raz-