Pagina:Gozzano - Verso la cuna del mondo.djvu/108

82 da ceylon a madura

sta azzurro e tranquillo; nella cornice fosca, simile all’ovale di nubi artificiose di certi Inferni e di certi Diluvii, guizzano, s’intrecciano lampi azzurri e violetti, e lo scenario interno s’accende di un riverbero sanguigno, profilando in nero i palmizi scapigliati; un’acquata torrenziale, ignota ai nostri climi, appare di lungi, riga il centro del quadro di striature oblique di cristallo; un rombo indescrivibile accompagna l’uragano equatoriale, simile all’orchestra di mille gonghi formidabili.

La nave s’allontana nel sereno, ma il mare è agitato. L’onda freme di continuo in questo Stretto di Manaar che, per fortuna, attraverseremo in una notte soltanto. E domattina, prima dell’alba, sbarcheremo a Tuticorin, la città più meridionale dell’Industan.

4 gennaio.

È l’alba, ma la terra non è in vista. Il mare è furente.

Immune, per mia fortuna, dal mal di mare, ma stordito dalla notte insonne, dolente per le cinghie di sicurezza, sono disteso nella mia cabina, e sento i lagni