Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 57 — |
Ora di grazia.
Son nato ieri che mi sbigottisce
il carabo fuggente, e mi trastullo
della cetonia risopita sullo
4stame, dell’erba, delle pietre lisce?
E quel velario azzurro tutto a strisce
si chiama «cielo»? E «monti» questo brullo?
Oggi il mio cuore è quello di un fanciullo,
8se pur la tempia già s’impoverisce.
Non la voce così dell’Infinito,
nè mai così la verità del Tutto
11sentii levando verso i cieli puri
la maschera del volto sbigottito:
«Nulla s’acquista e nulla va distrutto:
14o eternità dei secoli futuri!»