Pagina:Gozzano - La via del rifugio, 1907.djvu/28


— 20 —


Poi cade il giorno col silenzio. Poi
rompe il silenzio immobile di tutto
il tonfo malinconico d’un frutto
che giunge rotolando sino a noi. 80

E m’inchino e raccolgo e addento il pomo...
Serenità!... L’orrore della guerra
scende in me: cittadino della Terra,
in me: concittadino d’ogni uomo. 84

Ora il vecchio mi parla d’altre rive
d’altri tempi, di sogni... E più m’alletta
di tutte, la parola non costretta
di quegli che non sa leggere e scrivere. 88

Sereno è quando parla e non disprezza
il presente pel meglio d’altri tempi:
«O figliuolo il meglio d’altri tempi
non era che la nostra giovinezza!» 92

Anche dice talvolta, se mi mostro
taciturno: «Tu hai l’anima ingombra.
Tutto è fittizio in noi: e Luce ed Ombra:
giova molto foggiarci a modo nostro! 96

E se l’ombra s’indugia e tu rimuovine
la tristezza. Il dolore non esiste
per chi s’innalza verso l’ora triste
con la forza d’un cuore sempre giovine. 100

Fissa il dolore e armati da lungi,
chè la malinconia, la gran nemica,
si piega inerme, come fa l’ortica
che più forte l’acciuffi e men ti pungi». 104