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76 | l'altare del passato |
tima? Io non ho nemici. Chi sopprimere ancora? Ah sì! Don Fulgenzi, tormento della nostra casa. E il nome è scritto e divorato dal fuoco. La mano ossuta mi porge un altro foglio, cerco nelle mie antipatie.... Ah, sì, quel detestabile signore dal naso ricurvo: un jettatore certo dacchè tutte le cose mi andavano a rovescio quando l’incontravo, e l’incontravo sovente in tram, in ferrovia, a teatro. Scrivo: “detestabile innominato dal naso ricurvo„.
Un quarto foglio. No! No! Basta. Rido, ma lo scherzo comincia a darmi non so che brivido pauroso, in quell’ombra, fra quegli idoli sinistri, fra lo stridìo dei vampiri.
Ma il mio amico parigino è implacabile. Scrive e getta sul fuoco, foglio su foglio, dannando alla Dea tutta la parentela:
— Ma tante Veronique! Mon oncle Alexis! Mon cousin Frederic! Mon cousin Ciprien! Mon ami Chautel!
Lo afferro, lo trascino all’aperto, nella luce del sole; scendiamo le scale ridendo:
— Combien en avez vous foutu?
— Tre.
— Seulement? Io mi sono liberato di quattordici persone, tra parenti e colleghi in diplomazia!
A sera — il treno è già molto lontano da