Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
L'ombra della felicità | 65 |
— Se ne va? L’accompagno un tratto verso Sant’Erasmo....
La signora l’accompagnò lungo il declivio. Claudio paventava l’avvicinarsi all’albergo. Ma a mezzo il colle la sua ansia ebbe fine:
— È tardi. La lascio, caro Soranzi. Le son tanto tanto grata della visita. E la rinnovi qualche volta. Farà una carità evangelica. Si ferma a Sesto qualche giorno?
— Sì. Veramente no. Ma devo premettere....
— Premettere che cosa?
Claudio trovò una frase qualunque:
— Premettere che scenderò a Sesto soltanto per lei.
La signora s’allontanò con un sorriso triste, e lo minacciò con la mano, incredula e pur riconoscente.
E Claudio scese correndo, inquieto, scontento di sè stesso. Ancora una volta gli era mancato il coraggio dell’annunzio troppo tardivo.
Giunse a Sesto, deciso di lasciare il paese quel giorno stesso, per non esporsi all’incontro ormai inconciliabile delle due donne.
Trovò la moglie che usciva dall’albergo.
— Ti venivo incontro. Andavo alla Posta. — E sollevò un fascio di cartoline e di lettere.