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64 | l'altare del passato |
calcolo certo, per confidenze del tempo andato, che la signora era poco più che quarantenne. — Non parli di vecchiaia a quarant’anni!
La donna ebbe uno sguardo pieno di tristezza e d’ironia:
— Povero Soranzi, lei calcola sulle mie confidenze d’allora. A lei, come a tutti, ho sempre confessato.... sette anni di meno!
E si ripagò dell’umiltà di quella confessione, la più dolorosa per una donna, con l’imbarazzo buffo del giovane amico.
— Gli anni non contano, — protestò Claudio, — e se non fosse questa canizie precoce....
— Precoce? Ero canuta a venticinque anni! Mi sono tinta sempre, fino a tre anni or sono....
Ebbe un sogghigno crudele che le si fissò sulle labbra, sino alla fine.
Claudio s’alzò, e s’accorse che per la terza volta stava per darle notizia della sua felicità e della sposa che voleva presentarle; ma che una timidità, un pudore lo tratteneva, e non sapeva quale. Forse il pudore del fortunato che non osa ostentare la bella veste di fronte al mendico. Volle parlare. Ma pensò che era tardi, che non poteva dare la notizia dopo un’ora, a visita finita, e che sarebbe stato più buffo che mai.