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L'ombra della felicità 59

sto occupata di continuo ad intessere di nuove distrazioni la sua vedovanza. Gli ospiti di Villa Candiani dovevano tutti collaborare allo svago: poche donne, quindi, molti uomini e quasi tutti giovani. Non aveva amanti: ne convenivano anche le amiche più feroci. Spensierata, leggera, civetta fino all’indecenza. Ma non aveva amanti. Aveva un fidanzato, il conte Zani, di qualche anno, dicevano, più giovane di lei, che faceva di quando in quando un’apparizione. Quando Claudio era stato a Villa Candiani l’ultima volta, la signora gli aveva appunto presentato il conte, lasciando capire apertamente l’imminenza delle seconde nozze. E aveva salutato il giovane senza più civetteria, con uno schietto augurio di buona fortuna ed un accento affettuoso, quasi materno. Claudio era uscito dalla villa, per l’ultima volta, e aveva considerato quel nido elegante, immerso nel folto degli aranci e dei palmeti, e quegli ospiti fortunati: la snella figura femminile e lo sposo prescelto e la bimba che correva garrendo, aveva considerato quel quadro di fehcità irraggiungibile che gli aveva fatto pesare più ancora il suo destino oscuro e l’esilio senza mèta, forse senza ritorno.

Ritornava, invece, oggi, ed era felice. Si compiacque all’idea di rivedere la gaia signora d’un