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40 | l'altare del passato |
E ricordo ancora:
— Le han fatto del male? Passa! Meglio, ricevere il male che farlo; a me ne han fatto tanto....
Poi ricordo mio padre sopraggiunto e il commiato e la Baronessa che s’allontanava lungo il viale, agile ancora e svelta, e il commento dei miei:
— Dev’essere stata una magnifica creatura.
— Magnifica.
— E d’animo non volgare, di cuore veramente grande.
— Grandissimo, — sorrideva scettico mio padre. — Lo possono attestare re e imperatori.
Aveva una grande predilezione per me.
Ero allora un bimbo di forse sei anni, ricciuto, precoce, ciarliero e la vecchia danzatrice solitaria s’illuminava tutta vedendomi, m’abbracciava con tenerezza infinita, con la nostalgia di maternità insoddisfatta che è in fondo alla vita d’ogni mondana. Se entrava in giardino e mi trovava solo, mi rincorreva, mi ghermiva, mi sollevava in alto, mi sbalzava nel vuoto quattro, cinque volte, mi faceva turbinare sulle sue spalle a passo di danza, a pi-