Pagina:Gozzano - L'altare del passato, 1918.djvu/20

10 l'altare del passato


La cuoca interveniva.

— Da bravi, signorini! Si quetino e glie lo dirò io, in segreto.

Noi si lasciava la vittima, illusi qualche secondo della promessa.

— Il signor conte ha là dentro una gran bestia, portata dall’India, tanti anni fa.... E Mini solo la può vedere, e va a trovarla due volte per settimana....

Noi si ascoltava, poco persuasi.

Ed io pensavo, intanto, ben altre cose.

Io non sono mai stato innocente.

Io — che fui e sarò sempre insanabilmente ingenuo — non trovo, pur risalendo alla mia infanzia, la cosa che si chiama il candore, ma la mia anima precoce, la mia malizia impubere, alle vedette.

Ora un giorno, dopo che Mini e Ghita s’erano affaticati a descriverci la belva prigioniera, e il pelo e le corna e le zanne e la coda, io interruppi quelle meraviglie zoologiche concludendo:

— Vittorino! J’ai compris maintenant ce qu’il y a au dédans! Il y a la bien-aimée de ton grand-papa!

I due poveretti tacquero, si guardarono, s’abbandonarono sulla sedia desolati!