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162 | l'altare del passato |
Il lungo corteo d’equipaggi passa da via Dora Grossa a Porta Segusina, da Porta Segusina ai bastioni della Cittadella, sono quivi schierate tutte le truppe; spiccano i Granatieri e i Guastatori dalla veste di scarlatto guarnita d’argento, con cappello frangiato e banda intarsiata pure d’argento e d’azzurro, spicca la Compagnia Colonnella con le Corporazioni dei Mercanti e dei Droghieri a divise vivacissime. Lungo Via Santa Teresa e Piazza San Carlo, lungo Via Nuova, sono tutti gli altri Corpi della città: gli studenti della Regia Università col loro Sindaco, i Cavalieri dell’Ordine della SS. Annunziata e degli Ordini SS. Maurizio e Lazzaro. Tutti formano tra la folla varia un disegno, ordinato a colori vivacissimi dove il corteo passa come tra una doppia siepe di divise smaglianti. La sposa diciassettenne non ha mai visto tanto fasto nella sua vita breve e raccolta e pensa che tutta quella gioia di colori e di suoni è per lei e s’alza e batte le mani come ad un bel gioco. Dai bastioni della Cittadella ai bastioni di Po rombano i cannoni di salve, strepitano i mortai e i mortaretti, accompagna senza tregua con un rombo guerresco il clangore esultante di tutte le campane di tutte le chiese: la Metropolitana, Santa Teresa, la Consolata, i SS. Martiri Tebei, tutti i provincialeschi tempi torinesi.