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Torino d'altri tempi 161

Marchesa di San Damiano, la Marchesa d’Ormea, la Contessa Morozza, la Contessa Della Rocca, la Marchesa di San Germano, la Marchesa di Cinzano, la Contessa di Salmour, la Marchesa di Verolengo.... E fra tutte, bellissima, come la Principessa della favola, come la Figlia del Re, leggendaria, è la sposa tutta bianca, tutta d’argento....

La bela Carolin!

La folla che stipa Piazza Castello, i portici, i colonnati, che brulica sugli alberi, sulle ringhiere, sui tetti, acclama la sposa con un fremito che parte dal cuore. Il popolo ama quell’ultimagenita del Re, l’ama come una delicata bimbetta sua, la bela Carolin è popolare ovunque, dai parchi della Veneria ai parchi del Valentino, dai bastioni della Cittadella ai bastioni della Dora, dove non sdegna di interrompere i suoi giochi per rivolgere la parola a un giardiniere che pota, a una lavandaia che piange.

Madama Carolin! la bela Carolin!

Mai il popolo ha sentito così forte la sua tenerezza commossa come in quest’ora dell’ultimo addio. Il bel fiore sabaudo sta per essere côlto da altre mani per un giardino d’oltr’Alpe.

Da già ch’a l’è così, da già ch’a l’è destin,
faruma la girada anturn a tüt Türin.