Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
146 | l'altare del passato |
è bene il Po, lo sento: ma senz’argini, primitivo d’altri tempi esso pure.... È Torino? Mi prende il brivido pauroso dei sogni quando si vedono le cose familiari stranamente deformate dall’incubo.
Ecco la città, Torino?
Sulla sponda opposta s’innalza un baluardo di mattoni sanguigni coronato di granito; si svolge ora in volute, ora a spigoli acuti, con feritoie, casamatte, cannoni, e al di là del baluardo emergono i tetti, le cupole, i campanili, le torri. Ma Torino? Sì. La cupola della Metropolitana, il campanile di San Lorenzo, i SS. Martiri.... Ma quale spaventosa malinconia! Sembra una di quelle città minuscole e fosche che le sante protendono nella palma della mano....
Ho paura in questo regno del non essere più; gli spettri delle cose sono più terribili che gli spettri delle persone.
Ma ecco persone, ecco uomini: soldati: un drappello brigata Aosta; sembrano vivi: uose bianche, panciotto rosso, giubba azzurra, tricorno azzurro orlato di giallo civettuolamente rialzato dalla parte della coccarda bianca; e sotto la parrucca candida i sopraccigli, gli occhi, i mustacchi appaiono più neri e più imperiosi. Li seguo sino al ponte, strano ponte metà in