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TORINO D’ALTRI TEMPI.
(La bela madamin la völo maridè.)
Sul colle delle Maddalene, dominante Torino, in un cascinale che fu già una villa antica, io sto supplicando, senza speranze, una contadina sorda ad ogni mia lusinga.
Sorda anche perchè ha compiuto l’altro ieri il settantanovesimo anno.
È bellissima.
Contro l’immensa finestra a telaietti quadri, l’argento dei suoi capelli ondosi scintilla come l’argento delle vette alpine che si profilano alle sue spalle e la bella maschera sembra un volto giovane, modellato in una creta rossigna dove la stecca d’uno scultore maestro abbia segnato poche rughe improvvise; gli occhi di pura turchese hanno un bagliore giovanissimo, ironico, vigilante.
La figlia, la nipote, il nipotino, che sfaccendano