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scelto. Il cuore s’è fatto più arido del tuo, o piccola cannibale dell’infanzia remota.

Eleanor!

Già fatto uomo, a venti, a venticinque anni, sovente osservavo, nel radermi, quel piccolo segno sulla gota sinistra e l’onta di quel giorno mi balzava netta alla memoria con l’insanabile veleno delle cose invendicate. Miss Eleanor Goldsmith! Che aveva fatto il tempo, di lei? Forse una grande artista (aveva realmente allo studio dell’arpa una selvaggia disposizione), forse la moglie di qualche plutocrate dell’acciaio e del petrolio. È il pensiero di quella felicità impunita, mi faceva soffrire come vent’anni prima.


Port-Said: città singolare, sorta come per incanto tra l’Asia e l’Africa, sulle sabbie fulve, fra un cielo azzurro di vetrata e un mare di ametista: porta dell’Occidente e dell’Oriente, miscela turbinosa di tutti i suoni, di tutti gli odori, di tutte le tinte: cenci luminosi di donne e di bimbi egizi, bianchezza di barracani, bagliori di uniformi europee, ingiurie, bestemmie arabe, spagnuole, francesi, maltesi, fruscii di sete, melopee arabe, lagni di flauto e di barduca.... E strani edifizî a colori vivaci, a terrazzo, a colonnette policrome e svelte. E su tutto, il fiato veemente del mare e del deserto,