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Il martire vendicato | 131 |
ben più atroce di tutti, per la morbosa mia pudicizia d’allora) — vedevo e sentivo le leggiere mutandine, slacciate nella lotta, scendere lungo i fianchi e le gambe; emergevo in tutta la mia magra nudità, come Salomè dopo l’abbandono del settimo velo!
Si schiuse una porta, Miss Chloe apparve avanzando rigida, con proteso il suo collo di condor. Le mie mani fecero — invano! — l’atto istintivo di portarsi nell’atteggiamento della Venere Medicea, Miss Chloe s’avvicinò, alzò l’occhialetto, turbinò su se stessa senza nemmeno dir “shocking„, disparve in casa a galoppo di giraffa. L’allarme era dato, quasi subito apparve mia madre, si precipitò su di me con il grido del terrore e della tenerezza: ero slegato, avvolto non so dove, trasportato non so dove, dalle sue braccia.
Un’ora dopo, adagiato in un salotto a terreno, rivestito, riscaldato, riconfortato, ero ancora scosso da singhiozzi convulsi. Ma non piangevo, non avevo pianto; non volevo che mia madre, il buio ed il silenzio.
— Ora bisogna andare, caro. Lasciamo questi cattivi per sempre....
Udivo nella stanza attigua, la voce di mio padre:
— .....Moderatevi, sir Goldsmith, che in ogni