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130 | l'altare del passato |
follia, rideva, cantava, danzava; oggi ancora rabbrividisco, ripensando a quella maschera disfatta dal piacere selvaggio. Si risvegliavano in lei, esultando, le antenate che avevano danzato ignude nella foresta attorno allo spiedo d’un missionario o d’un esploratore....
Anche nelle altre bimbe si diffondeva lo stesso furore: intorno a me era una ridda vertiginosa di piccole Menadi inferocite contro quell’unico maschio. Allora il mio dolore e il mio sdegno cercarono nel vocabolario inglese l’oltraggio più sanguinoso:
— Miss Crow (signorina Cornacchia: figlia di negri), Miss Crow, Dio ti punirà!
Miss Crow: subito tra il biancheggiare e il frusciare innocuo dei canapuli, udii contro la corteccia, presso la mia testa, due, tre colpi sordi. Pietre. Una quarta, tagliente, non risuonò, mi colpì alla guancia: fu come un pizzico che quasi non mi fece male: ma subito il sangue ne spicciò violento, mi rigò il petto d’una striscia vermiglia.
Mi vidi perduto: gridai come grida chi affoga, chi arde.
Una finestra cigolò dall’alto, s’udì una voce. La ridda cessò, le carnefici dileguarono. Ero solo, tacqui a capo chino: vedevo il cuore pulsarmi sollevando il costato, vedevo (terrore