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Il martire vendicato 127

que bimbe disciplinate e sottomesse. Mi ribellavo qualche volta, dicevo ostinatamente no, deciso alla lotta con tutta la forza della mia piccola dignità esasperata.

Ma Eleanor stringeva le mie braccia nelle sue mani chiudendole come in una morsa; le unghie s’infiggevano nella mia povera carne; non reggevo più, chinavo il capo, assentivo, obbedivo. In tanto avvilimento avevo una sola grande soddisfazione. Si ricorreva a me per l’invenzione dei giochi. Eleanor stessa faceva la voce men rude, l’occhio meno feroce, quando mi consultava perchè “inventassi„. E quell’omaggio reso alla mia fantasia, lusingava la mia vanità di futuro letterato. Ma allora non pensavo alla letteratura; sognavo di farmi missionario, ero in pieno misticismo, praticavo la Chiesa con fervore, leggevo con trasporto i libri sacri e la Bibbia. Per questo i miei soggetti erano quasi tutti ispirati dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Avevamo già giocato al Trionfo di Semiramide, alla Regina di Saba, al Salvataggio di Mosè.

Quel giorno Eleanor era perplessa; salì in casa, ritornò poco dopo con due stampe tolte alla camera della zia Chloe, me le porse: “What is this? Racconta!„

Erano: Giuseppe alla corte di Putifarre e il