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122 l'altare del passato


— Ed è lezione ben meritata per quella incompleta figlia d’Albione. Tutti gli anni ha sempre tessuto qualche idillio, coronato da catastrofi amene. Ha anche avuto qualche amante, forsennati che giuravano d’averla vista con un corpo fidiaco. Ora posso confessarlo. Nei primi tempi ha tentato lo stesso gioco anche con me. Ma io ho un cervello sano. E l’ho vista sempre con due gobbe e alta come uno sgabello. Con te, ridotto come eri, la cosa è stata diversa.

Afferrai il rasoio, per gioco.

— Non mi resta che il suicidio od il chiostro!

Ridevamo perdutamente.

Ma lasciai la Magna Grecia per sempre, tre giorni dopo.