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92 ATTO PRIMO
Artimisia. Che di bello si legge?

Cavaliere. (Eccola qui). (da sè
Artimisia. Compatite se anch’io vengo, ed ascolto;
Veggo ridente in volto
Il cavalier vezzoso;
Qualche cosa sarà di portentoso.
Cavaliere. (Il rimprovero intendo). (da sè
Erminia.   È un madrigale
Fatto per noi.
Celindo.   Non ha in bellezza eguale.
Artimisia. E il cavalier gentile
Gode del vago stile, e brilla, e ride.
Me ne rallegro assai.
Cavaliere.   (Costei m’uccide). (da sè
Artimisia. Via, leggete.
Cavaliere.   Signora...
Amico, perdonate,
Leggere più non posso.
Artimisia.   Eh, seguitate.
Ma se forse per me vi trattenete,
Se vi do soggezion, parto; leggete1.
Cavaliere. (Mi tormenta). (da sè
Celindo.   Su via,
Seguite i versi. Or sentirete il buono.
Cavaliere. (Fra il diletto e il timor confuso io sono), (da sè
E partita; leggiamo.
Erminia. Da capo.
Cavaliere.   Sì, da capo principiamo.
Se d’un paio di nozze. Amor, sei vago...
Eccola lì.
Celindo.   Che avete?
Erminia. Leggere non volete?
Cavaliere. Sono fra il sì e il no.
(È partita Artimisia). (da sè) Io leggerò.
.

  1. Forse Artimisia finge di ritirarsi.