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88 ATTO PRIMO
Cavaliere.   Cielo, tu che mi vedi,

  Aria, tu che m’ascolti,
  Terra, che mi sostieni,
  Testimoni del ver della mia fè,
  Alla tiranna amabile
  Ditelo voi per me.
Artimisia.   Marmi, che sordi siete,
  Travi, che non vedete,
  Quadri, che non parlate,
  Collo spirto vital che in voi non è,
  S’è un amante ridicolo.
  Ditelo voi per me.
Cavaliere. Oimè, come cangiaste
In poche ore1, crudel, sensi e favella!
Siete voi Artimisia?
Artimisia.   Sì, son quella.
Cavaliere. No, che quella non siete.
Uno spirto maligno,
Di quei che son per l’aria condannati,
D’atomi conglobati
Una spoglia fallace han colorita;
Un Silfo menzognero
D Artimisia le vesti usurpa e ingombra.
Artimisia non sei.
Artimisia.   Chi sono?
Cavaliere.   Un’ombra.
Artimisia. Menti; ma tu piuttosto
Uno spettro sarai; stammi discosto.
Un demone d’Averno,
Condensato il vapor di luogo immondo,
Sotto spoglia viril venuto è al mondo.
Che si nasconde in te veggo pur troppo
Farfarello ribaldo, o il diavol zoppo.
Cavaliere. Ah no; ben lo ravviso,

  1. Nel testo: poch’ore.