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86 ATTO PRIMO
Pacchione. Madama, se credessi

Che diceste dawer...
Artimisia.   Ve l’assicuro.
(S’altro lume non hai, resti all’oscuro). (da sè
Pacchione. Dunque...
Artimisia.   Dunque non resta
Che assicurarmi almen per mio decoro,
Che gradite il mio amor.
Pacchione.   Ah sì, v’adoro.
Artimisia. Qual sicurtà mi date?
Pacchione. Chiedete e comandate.
Artimisia. Ecco, comando e chiedo
Che v’asteniate in faccia mia dall’uso
Di soverchio mangiar. Scarso alimento
All’amante bastar suol per usanza;
Sia l’amor vostro cibo, e la speranza.
Pacchione. Madama, io morirò.
Artimisia.   Morir, piuttosto
Che all’amante spiacer, comanda amore.
Pacchione. (Quel prezioso vitel mi sta sul cuore). (da sè
Artimisia. Ben; che dite? Poss’io
Sperar nel vostro amor? Vile cotanto
Sarete voi di preferir la gola
Al piò tenero amor?
Pacchione.   No, vi prometto...
Arder costantemente al vostro foco.
Artimisia. E giurate?
Pacchione.   Che mai?
Artimisia.   Di mangiar poco.
Pacchione. Cospetto!
Artimisia.   Senza questo,
È inutile il giurar, vano è l’affetto.
Lo promettete voi?
Pacchione. Sì, lo prometto.
Artimisia. Poco alfine, signor, vi domandai.