Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/86

84 ATTO PRIMO
Ho piacere talor che si disgusti;

E se pianger lo vedo, è il re dei gusti.
Rosalba. Io no; soffrir non posso
Che un amante sospiri; e se ’l vedessi
Una lacrima trar sugli occhi miei,
Non so dir, non so dir quel ch’io farei.
  Ho un cuor si tenero,
  Sì dolce ho l’animo,
  Che tutti gli uomini
  Mi fan pietà.
  Quando sospirano,
  Quando mi pregano,
  No, non so fìngere
  La crudeltà. (parte

SCENA 111.

Artimisia, poi Don Pacchione.

Artimisia. Misera semplicetta!

Del tuo tenero cuor ti pentirai.
In altri proverai1
La crudeltà che nel tuo sen non cova.
Fede, sincerità più non si trova.
Io che lo so, m’ingegno
Far quel che gli altri fanno,
E ad ogni ingannator pronto ho un inganno.
Godo che in questa villa
Vengano a divertirmi
Le congiunte, gli amici, e i spasimati;
Ma non avrei divertimento alcuno,
Senza farli arrabbiare ad uno ad uno.
Pacchione. Madama, sentirete
Questa mattina un piatto
Eccellente, esquisito.

  1. Zatta: troverai.