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noi medesimi, e l’Uomo dee tutto sagrificare al dovere, alla gratitudine, all’onestà. Un comando di persona autorevole, protettrice, benefica e generosa, mi ha costretto a dover fare anche questo, e non è la protesta mia quella solita degli Scrittori, ma pur troppo quegli che vanno a caccia di novità, V hanno saputo anche prima che io mi determinassi di farlo1.

Ho procurato 2 di scriverlo in una maniera che corrisponder potesse al merito ed al buon gusto di chi mi ha onorato di comandarmi di scrivere, ma non ho potuto staccarmi affatto dal consueto sistema. Se piacerà ad alcuni, siccome io spero, e dispiacerà ad altri, come son certo, si verificherà il titolo dell’operetta: De gustibus non est disputandum.

Non sono il primo io, che ad una Commedia italiana abbiadato il titolo latino, avendone veduta un’altra, ancora più stranamente intitolata: Sine nomine 3.

Auguro a questa operetta la fortuna dell’altra mia, che il Mondo della Luna ha per titolo4, non per il felicissimo incontro suo sulle Scene, ma per essere stata lodata da un peregrino ingegno, che sull’argomento medesimo ha dato in luce il più bel Poemetto del mondo5. Bramerei6 conoscere questo valoroso Scrittore per ringraziarlo dell’onore che egli a me fa, ed alle opere mie, per seco lui consolarmi del bellissimo estro suo e della sua erudizione;

  1. Lo Spinelli: a farlo.
  2. Nel testo: proccurato.
  3. Sulla Comoedia sine nomine, opera probabilmente d’un frate, tra il 1450 e il ’60, vedi Sanesi, La Commedia, Milano Vallardi, 1911, vol. I, pp. 78-82 e il libro di E. Roy ivi citato, p. 455’ È ricordata nella Drammaturgia dell’Allacci.
  4. Vedasi il volume XXVII.
  5. Alludesi al Mondo della Luna del padre Saverio Bettinelli, stampato a Venezia nel principio del 1754: vol. cit, pp. 541-542.
  6. Lo Spinelli stampa: Bramai; e ciò altera il senso.