stamparne quattro Tometti in 121. - Di questi alcuni hanno avuto fortuna grande, altri mediocre, ed alcuni altri l’hanno sofferta pessima, e questi forse saranno i men cattivi, e più regolati primi. L’esito dipende talora dalla musica, per lo più dagli Attori, e sovente ancora dalle decorazioni. Il Popolo decide a seconda dell’esito; se l’Opera è a terra, il libro 2 è pessimo. Se è un poco serio, è cattivo perchè non fa ridere; se è troppo ridicolo, è cattivo perchè non vi è nobiltà. Volea pure imparare il modo di contentare l’Universale, anche in questo genere di composizioni, ma in sei anni, che la necessità e gl’impieghi mi costringono a doverne fare, non ho veduto alcun libro straniero che abbia avuto fortuna, e che potesse insegnarmi. Disperando dunque di poter far meglio, e di ottenere nè lode, nè compatimento, avea risoluto di tralasciare un esercizio sì disgustoso, reso anche peggiore dalle fatiche, che porta seco l’impegno della direzione al 3 Teatro. Quest’anno, in cui circondato mi trovo dalle più pesanti faccende4, al mondo bastantemente 5 palesi6, era per me opportuno per tale risoluzione; tuttovolta non siamo sempre padroni di
- ↑ Allude qui il Goldoni alla prima raccolta delle Opere Drammatiche Giocose di Polisseno Fegejo ecc., fatta dal Tevernin a Venezia, nel 1753: v. vol. XXVI, p. 11 e Spinelli, Bibliografia Goldoniana, Milano, 1884, pp. 62-’63.
- ↑ Lo Spinelli, ristampando questa prefazione ne’ Fogli sparsi del Goldoni, Milano, 1885, pp. 30-32, credette di dover dire: libretto.
- ↑ Lo Spinelli, l. c., corregge: d’un.
- ↑ Scioltosi il Goldoni dall’impegno col capocomico Medebach, aveva firmato il 15 febbraio 1753 un contratto col N. H. Antonio Vendramin, proprietario del teatro di S. Luca; e inoltre, bisticciatosi con lo stampatore Bettinelli, nella primavera e nell’estate aveva stampato a Firenze ben quattro tomi delle sue Commedie nella nuova edizione assunta dal Paperini.
- ↑ Spinelli corregge: abbastanza.
- ↑ Allude principalmente al Manifesto col quale annunciava al pubblico la nuova edizione delle Commedie e si difendeva contro il Bettinelli e il Medebach. Non poteva in nessun modo il Goldoni, che scrisse questa prefazione nel dicembre del 1753, alludere, come crede lo Spinelli, alla malattia nervosa da cui fu colpito nella primavera del ’54, a Modena.