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606 ATTO TERZO
  E tutte, una alla volta,

  Le donne han da venir.
  Mi voglio divertir;
  Ma voglio seguitar
  L’usanza militar,
  E come fa il cornetta,
  Al tocco di trombetta
  Le femmine lasciar. (porte

SCENA II.

La Contessa, il Marchese, poi il Conte.

Marchese. Il barone è indiscreto,

È volubile amante;
Io son più nell’amar fido e costante.
Contessa. Infatti, a dir il vero,
Non merta un cavaliere, come voi,
Così male impiegar gli affetti suoi.
Marchese. Se la fortuna amica,
Che conoscer mi fe sì nobil dama,
Volesse alla mia brama esser seconda...
Contessa. Che volete, signor, che vi risponda?
Conte. Che si fa qui, signora?
E chi è quel forestiere?
Marchese. Io sono un cavaliere
Che il suo cuore ha donato a questa bella.
Contessa. Lo sapete, signor, ch’è mia sorella?
Marchese. Vi domando perdono,
Libero il campo, e servitor vi sono.
  Per donna non voglio
  Nè pena, nè imbroglio.
  Mi piace - la pace,
  Vo’ libero il cor.