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LA RITORNATA DI LONDRA 587


SCENA V.

Carpofero e la Contessa.

Carpofero. E un demonio costei. (da sè

Contessa.   Non la capisco;
Non so s’ella pretenda
Prendersi di me gioco; in caso tale,
Madama, affé, la passerebbe male.
Carpofero. No, non credete mica...
Ella ha per voi rispetto,
E gode che per me proviate affetto.
Contessa. Ditele, ch’ella cambi
Un sistema sì rozzo e poco inteso.
Voi meritate assai;
L’ardire, in grazia vostra, a lei perdono.
Ma si rammenti alfin, ch’io son chi sono.
Carpofero. Posso sperar io dunque
D’essere ben veduto?
Contessa. Ah, mai non foste in casa mia venuto!
Carpofero. Perchè?
Contessa.   Perchè, il confesso,
Amabile voi siete...
Ma una germana avete
Di tai rozzi costumi,
Che fa torto al seren di quei bei lumi.
Carpofero. Se a lei fratel non fossi,
Se avessi il nascer mio
Tratto con un po’ più di civiltà,
Mi vorreste voi ben?
Contessa.   Forse... chi sa?
  Dolce cosa è amor nel seno,
  Ma ragion comanda al core,