Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/583


581

ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

Camera nell’appartamento di Madama.

Giacinta ed il Conte.

Conte. Quella giovine bella?

Giacinta.   Obbligatissima
Del titol che mi dà, non meritato.
Conte. La padrona sta bene?
Giacinta.   Ha riposato.
Conte. Ancor nelle sue stanze
Non venni a esercitare i miei doveri,
Perchè il loco ho ceduto ai forestieri.
Giacinta. Ella è il padron di casa,
Può venir quando vuole.
Conte.   Io son contento
Di trattarla e servirla in casa mia;
Ma un po’ di gelosia
Mi rende, per cagion di mia sorella,
Quel giovin che Carpofero si appella.
Giacinta. Anch’io, per dir il vero,
Non lo posso vedere;
Se potessi parlar... ma vuò tacere.
Conte. È fratel di madama?
Giacinta.   Non so niente...
Basta... io sono una giovine prudente.
Conte. Voi mi ponete in capo
De’ sospetti non pochi.
Giacinta.   Oh per l’appunto!
Che sospettar volete?
Conte. Che non sia suo fratello.
Giacinta.   E che vorreste?