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LA CASCINA 543
Ma voi, ragazza mia,

Siete dolente molto.
Lena.   Signor sì,
Son mezza morta.
Conte.   Via, venite qui;
Farò quel che potrò.
Se afflitta siete, io vi consolerò.
Lena. Certo, se voi voleste,
Consolarmi potreste.
Conte.   Comandatemi.
Lena. Ma lo farete poi?
Conte.   Certo.
Lena. Sposatemi.
Conte. Sposarvi? Egli è un imbroglio.
(Ecco l’usato scoglio
Che troviam noi nelle ragazze belle:
Parlano di sposar, le tristarelle). (da sè
Lena. E così?
Conte.   Pronto sono
A darvi del mio amore
Ogni altro testimonio,
Fuori di questo sol del matrimonio.
Lena. (Oh meschina di me!
Tutti finora mi han desiderata,
Ed ora son da tutti disprezzata). (da sè
Conte. Protezion ne averete
Quanta, quanta volete;
Sarò di voi modestamente amico.
Lena. Andate via; non me n’importa un fico.
Conte. Non mi sprezzate, o bella;
Tutto per voi farò.
Per cavalier son qui! marito no.
  Donne care, se il volete,
  Questo cor lo dono a tutte;
  Siate belle, siate brutte,