Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/521


LA CASCINA 519
Della Lena è invaghito;

Teme un rival nel Conte,
Non vuol parlar, ritroso.
Ma di Lena sarà Silvio lo sposo). (da sè
Costanzo. (Volessero gli Dei
Ch’ella gli affetti miei
Giungesse a penetrar). (da sè
Lavinia.   Senti, pastore,
Già ti leggo nel cuore;
E l’amore e il timor già penetrai:
Fidati pur di me, lieto sarai.
  Sarò, più che non credi,
  Pietosa al tuo dolore;
  So che tormenta il core,
  So ch’è tiranno amor.
  In me, Silvio, tu vedi
  Amante che delira;
  Un’alma che sospira
  D’amore e di timor. (parte

SCENA IV.

Costanzo e Pippo.

Costanzo. Grazie, superni Dei! senza parlare

M’ha capito Lavinia, e se speranza
Hanno gli affetti miei,
Voglio scoprirmi a lei,
Chieder la man, chiedere il cuore in dono,
Che se povero i’ son, vile non sono.
Pippo. Silvio, perchè non vieni?
Non far che più alla lunga
La compagnia ti attenda.
Ci hanno qui preparato una merenda.