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518 ATTO SECONDO


SCENA III.

Lavinia, poi Costanzo.

Lavinia. Veramente è un piacere

Lieti mirar questi pastori miei.
Certo un soggiorno tal non cambierei.
Costanzo. Ecco, se a me pur lice
Offrirvi un segno del rispetto mio,
Frutti dell’opra mia vi reco anch’io.
Lavinia. Perchè cogli altri unito
Non venisti tu ancor, gentil pastore?
Costanzo. Perchè lieto non ho com’essi il cuore.
Lavinia. Che ti affligge?
Costanzo.   Non so.
Lavinia.   Parla.
Costanzo.   Direi...
Ma già de’ mali miei pietà non spero.
Lavinia. Sei amante, meschino. È vero?
Costanzo.   È vero.
Lavinia. Amar non è gran male.
Hai svelato l’amor?
Costanzo.   Temo un rivale.
Lavinia. Questo rivai chi è?
Costanzo. Un che può più di me.
Lavinia. Se innamorato sei,
Posso saper di chi?
Costanzo. La mia bella non è lontan di qui.
Lavinia. Sa che l’ami?
Costanzo.   Nol dissi.
Lavinia.   Il nome suo
Svelami, Silvio.
Costanzo.   Ah no:
Che se invano lo svelo, io morirò.
Lavinia. (Ama! Teme un rival! Sì, l’ho capito,