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Berto. Ed io, se la padrona
Seconda i desir miei,
Questa giovine qui mi prenderei. (accenna la Cecca
Lavinia. Non ha niente in contrario il genio mio.
Siete contenti voi? lo sono anch’io.
Pippo. Ed io, se la padrona
Mi dicesse di sì,
Mi prenderei questa ragazza qui. (accenna la Lena
Lavinia. Che risponde la Lena?
Lena. Io non lo so.
Lavinia. No devi dire, o sì.
Lena. Dirò di no.
Lavinia. Ragazzaccia, lo so perchè ricusi.
Qualche amante miglior ti avrà ferita.
(Sarà del conte Ripoli invaghita). (da sè
Lena. Io ferita non sono in nessun loco.
Lavinia, Perchè a Pippo meschin non doni il cuore?
Lena. Perchè senza del cuor so che si more.
Berto. (Pippo mi fa pietà). (da sè
(Guarda che dall’Elisa ei tornerà). (piano alla Lena
Lena. (Taci tu, menzognero.
Già so che dell’Elisa non è vero). (piano a Berto
Berto. (Quanto è furba costei!
Ma se Pippo foss’io, gliela farei). (da sè
Lavinia. Andate, buona gente,
Tutto a ripor nella dispensa mia.
Ma con quell’allegria,
Con cui veniste cantuzzando or ora,
Vuò che partitenota, e che cantiate ancora.
(La Lena, la Cecca, Pippo e Berto riprendendo le robe loro, e cantando una delle suddette strofe, partono.
- ↑ Così il testo.