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LA CASCINA 507
Conte. Bellissima innocenza!

Cara semplicità, quanto mi piaci!
Fortuna, degli audaci protettrice,
Fammi in questo momento esser felice.
(s’accosta per abbracciarla
Lena. Ehi, lasciatemi stare.
Conte.   Non gridate.
Meco non vi sdegnate,
Labhra gentili, pupillette ladre.
Lena. Andate via, che lo dirò a mia madre.
Conte. (Per vincer la ritrosa
Vi vorrà qualche cosa. Un regaietto.
Per esempio... sì, bene: un anelletto). (da sè
Bella, se non credessi
Che aveste ad isdegnare...
Lena. Vi torno a dir, che mi lasciate stare.
  A mia madre lo dirò;
  La padrona lo saprà;
  E nessuno mi ha toccata,
  E nessun mi toccherà.
  Via di qua.
  Griderò, - piangerò.
  Che bell’anellino!
(il Conte le mostra un anello
  Gli è pur galantino!
  Ma quello non è
  Regalo per me.
  Me l’offrite? me lo date?
  Via di qua, non mi toccate,
  Che mia madre chiamerò.
  Me l’ha dato, me l’ha dato.
  Io l’ho preso, e me ne vo. (parte