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504 ATTO PRIMO
  Ch’io ti difenderò). (a Lavinia

  Vibra la spada ardita,
  Ch’io mi riparerò.
  Vuol atterrar Cartagine,
  La vuol ridur in cenere,
  Sento le fiamme stridere,
  Odo le genti gemere.
  (Non ti abbandonerò). (a Lavinia
  Va tra le selve ircane1
  Barbaro, mostro, cane;
  No, che timor non ho. (parte

SCENA VII.

Lavinia, poi la Lena.

Lavinia. Stanca son di soffrire

Lo stato vedovil per me noioso;
Parmi il conte amoroso,
Parmi di cuor sincero;
E da lui la mia pace io bramo e spero.
Lena. Riverisco, signora.
Lavinia.   Ti saluto.
Come stai, Lena mia?
Lena. Bene, ai comandi di vossignoria.
Porto alla mia padrona
In un vaso che ho dentro al mio cestino,
Fior di latte raccolto in sul mattino.
Lavinia. Obbligata davvero.
Lena.   Oh, cosa dite!
Faccio quel che conviene;
E so che la padrona mi vuol bene.
Lavinia. Certo; perchè lo merti:

  1. Verso del Metastasio, nell’Artaserse: a. II, sc. 12 (aria).