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48 ATTO SECONDO
Riccardo. Ah Lisetta, pietà!

Lisetta.   Che cosa è stato?
Riccardo. M’ha la vostra padrona assassinato.
Lisetta. Come? vi ha preso forse
i denari, la roba?
Riccardo.   Eh schioccherie!
Peggio mi ha fatto assai.
Lisetta.   Non crederei
Vi potesse levar la sanità.
Riccardo. Ha trattato il cuor mio con crudeltà.
Lisetta. Via, via, non vi è gran male.
Riccardo.   Ah, che soffrirlo
Certamente non posso.
Lisetta. Eppur convien soffrire.
Riccardo. No.
Lisetta.   Che volete far?
Riccardo.   Voglio morire.
Lisetta. Questa, signore, è l’ultima pazzia.
Quando altro dir non sanno,
Tutti dicon così, ma non lo fanno.
Riccardo. D’alme vili codesto è facil dono.
Troppo costante io sono,
Quando prometto affetto,
E son fedel di crudeltà a dispetto.
Traditrice Violante! E come mai
Fino sugli occhi miei
Far finezze al rival per mio martello?
Dirmi ch’è più di me vezzoso e bello?
Intenderla non so. Parmi che un sogno.
Che una larva sia questa; ed ho rossore
Di pensar che il suo cor sia traditore.
  Mi sento ancora impressa
  L’immagine nel petto
  Di quel primiero affetto,
  Che fu giurato a me.