Contessa. Ma, signor don Poppone,
Per chi voi ci credete?
Poppone. Per due, che amici siete del demonio,
E son le spalle mie buon testimonio.
Conte. Voi parlate da stolto.
Contessa. O siete tale,
O di cantina il vin v’ha fatto male.
Poppone. Sì, appunto la cantina
Mi ha fatto mal, m’impegno:
Non col vino, però, ma con il legno.
Conte. Che ragionare è il vostro?
Poppone. 10 In due parole:
O fate che il demonio
Rendami i miei denari trappolati,
O voi sarete al giudice accusati.
Contessa. Eh, portate rispetto
Al conte Nastri e alla contessa sposa.
Poppone. Al conte e alla contessa
Io son buon servitore.
Ricevo per onore
Le grazie che mi fanno,
E voi andate via con il malanno.
Conte. Come! Chi siamo noi?
Contessa. Ci conoscete?
Poppone. Vi torno a dir, che due stregoni siete.
Conte. Non son io il conte Nastri?
Poppone. Voi?
Contessa. Non sono
Dunque io la contessa?
Poppone. Voi?
Conte. Da Roma
Non mi raccomandò l’amico?
Poppone. Voi?
Contessa. Non c’invitaste in casa vostra?
Poppone. Voi?