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464 ATTO SECONDO
  Ricusar non soglio mai;

  E vorrei, se fossi donna.
  Di mio nonno e di mia nonna
  Eseguir la volontà. (parte

SCENA X.

Don Poppone e Dorina.

Poppone. Gli antenati del conte

Han fatto testamento
Rispettabile certo ai giorni nostri;
Così avessero fatto ancora i vostri.
Dorina. Ma vivere soggetta
Degg’io, seguendo delle nozze il rito,
Sotto le leggi anch’io di mio marito.
Poppone. Dunque, per obbedire
Agli antenati suoi,
Tutto quel che vi dan, prendete voi?
Dorina. Tutto non so. V’è un certo codicillo
Che permette talora il dir di no.
Poppone. Per esempio, se io
Vi donassi un tesor?
Dorina.   L’accetterei.
Poppone. E se v’offrissi il cuor?
Dorina.   Ci penserei.
Dirò, come diceva
In Venezia, sua patria, una ragazza:
“Del vostro cuor cossa voleu che fazza?”
E poi su tal proposito,
Con quelle veneziana sua grazietta,
Gli cantava così la canzonetta.
  Sior omo generoso,
  El cuor vu me offerì?
  Cossa m’importa a mi
  De sto regalo?