Questa gran nobiltà?
Dorina. Dall’ora istessa
Che mi faceste diventar contessa.
Falco. Io?
Dorina. Chi dunque ha piantato
A don Poppone, con astuzie pronte,
Ch’io son contessa, e che Giannino è conte?
Falco. E per tali vi crede?
Dorina. Avrebbe forse
D’aver difficoltà?
Vi par che nobiltà non abbia in volto?
So favellare anch’io con labbro sciolto.
So dire e comandare,
E volere e mandare,
E passeggiare altera,
E minacciar severa,
Difendere, proteggere,
Decidere, correggere,
E so come si fa,
E so anch’io sostener la gravità.
Falco. Adagio, adagio un poco.
Dorina. Si può saper com’è?
Falco. Qui v’è un imbroglio.
Don Poppone senz’altro ha equivocato;
Vi crede il conte e la contessa Nastri.
Dorina. Egli mi creda nastro,
O fettuccia, o cordella, o stringa, o spago,
Quest’accidente è vago; - e fin che dura,
Da dama voglio far la mia figura.
Falco. Ci perderete poi.
Dorina. Perchè?
Falco. So io
Che, per consiglio mio,
Regalarvi doveva;
Ora non lo farà