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444 ATTO PRIMO
Poppone.   Giovanotta, io vi saluto.

Contessa. (Che inciviltà!)
Conte.   (Che trattamento abietto I)
Poppone. (Si vede che son gente d’intelletto).
Conte. Signor, siam qui venuti...
Poppone. Sono di già informato;
Discorreremo insieme.
Quello che più mi preme,
È che voi con la vostra signorina
Meco venghiate nella mia cantina.
Conte. Signor, mi maraviglio;
Non si fa un tal invito a’ nostri pari.
Poppone. Nella cantina mia sono i denari.
Contessa. Per chi presi ci avete?
Poppone. Lo so, lo so chi siete;
Falco m’ha detto tutto;
So che per me veniste da lontano,
E in casa mia non resterete invano.
Conte. Spiegatevi, signore; non capisco.
Poppone. Sappiate che in cantina...
Ma vien gente; non voglio,
Che sappian quel che passa fra di noi.
Andate, andate; parleremo poi.
Contessa. Come!
Poppone.   Non vuò che siate
In casa mia veduti.
Conte. Perchè?
Poppone.   Se conosciuti
Siete, mi può accadere qualche intrico.
Contessa. Ma noi chi siamo?
Poppone.   Andate via, vi dico.
Contessa. Ad una dama?
Conte.   A un cavalier?
Poppone.   Va bene.
So che finger conviene