Giannino. Ma signor, favorite.
Voi non mi conoscete1.
Poppone. Eh sì, signore.
Voi siete il conte Nastri,
Un cavalier romano,
Che a Napoli sen vien per suo diporto
Colla contessa sposa.
L’amico mi ha informato d’ogni cosa.
Giannino. (Oh gran Falco briccone!)
Discorreremo poi
Sull’affar del tesoro.
Poppone. E che tesoro?
Io non so di tesori.
Io non cavo tesori; e chi v’ha detto,
Che si cercan tesori in casa mia?
Giannino. Quel che mi manda da vossignoria.
Poppone. Non è ver, non è vero,
Vi replico di no;
E all’amico di Roma io scriverò.
(Se si sa del tesoro,
Sarà la mia rovina.
Lontani li terrò dalla cantina).
Giannino. Dunque voi non volete,
Che v’aiuti a cavar...
Poppone. Mi maraviglio;
Di tacer vi consiglio un tal proposito,
O mi vedrete far qualche sproposito.
Chi v’ha detto del tesoro.
Se ne mente per la gola.
Ah, mi manca la parola
Dalla bile ch’ho nel cor.
La mia casa è tutta qui;
Le mie stanze, eccole lì;
E di qua v’è la cucina...
- ↑ Nell’ed. Zatta c’è l’interrogativo.