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430 ATTO PRIMO
Da mangiare, cred’io...

Falco.   Siete padroni.
Tutto Dorina avrà quel che comanda;
È a sua disposizion la mia locanda.
  Se non fossi maritato,
  Non so dir cosa farei. (a Dorina
  Oh Giannino fortunato, (a Giannino
  Che costei si goderà!
Dorina.   Oh dawer, siete garbato! (a Falco
Giannino.   Ma non tanta carità. (a Falco
Falco.   È graziosa, ed è gentile;
  Non conosco la simile.
Dorina.   Obbligata in verità. (a Falco
Giannino.   Ma non tanta carità. (a Falco
Falco.   Sei geloso, poverino!
  È geloso il mio Giannino,
  E da ridere mi fa. (parte
Giannino.   Ho a soffrir questo dolore!
Dorina.   Colla1 fame, mio signore,
  Gelosia non si confà. (parte
Giannino.   La signora dice bene,
  E soffrire mi conviene
  Per la mia necessità. (parte

SCENA II.

Il Conte e la Contessa, poi Cabrino.

Contessa. Eh ben2, signor consorte,

Quanto dovremo noi
Stare in questa locanda?
Conte.   Un po’ di flemma,
Cara contessa mia.
Contessa. Qua non ci voglio star, voglio andar via.

  1. Zatta: con la.
  2. Zatta: Ebben.