Luciano. Ed io chi son?
Pirotto. Voi siete il mio padrone.
Luciano. Luciano?
Pirotto. Sì, Luciano. Oh questa è bella!
Luciano. Non ho più la gonnella?
Pirotto. Non signore.
Luciano. La scuffia?
Pirotto. Molto meno.
Luciano. E qui dinanzi
Avevo un so che.
Pirotto. Non v’è più niente.
Tutto sparì a drittura.
Luciano. Sai cosa mi restò?
Pirotto. Che?
Luciano. La paura.
Pirotto. Anch’io, per il dir il vero,
Ne ho avuta la mia parte.
È stato un caso bello
Vedermi trasformato in un Coviello.
Luciano. Ah, vicino al morire io già mi sento.
Voglio far testamento.
Pirotto. Eh no, padron mio caro.
Luciano. Della villa a chiamar vammi il notaro.
Pirotto. Volete intanto restar solo?
Luciano. Intanto
A letto me n’andrò bello e vestito.
Aiutami.
Pirotto. Son qui.
Luciano. Piano. Non voglio
Più nessuno veder.
Pirotto. Nemmen le donne?
Luciano. Donne? donne? No, no, le donne sono
Le maghe incantatrici.
Esse saranno state
Che m’hanno le fattezze trasformate.