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398 ATTO TERZO
  Chi può nel nostro petto

  L’affetto regolar?
  Io non lo posso, no,
  E sempre v’amerò,
  Penando ognora.
  E quando mi vedrete
  A non temer così,
  Allora dir potrete:
  La sposa, come un dì,
  Più non m’adora1. (parte

SCENA III.

Il Conte solo.

Per dir la verità,

La contessa è amorosa;
Compatirla convien s’ella è gelosa.
Finiscasi una volta
Questa guerra fatal. Sposi Masotto
Dorina, se la vuol; poi vadan via,
Non vuò più guerra con la sposa mia.
  Dolce amor, che m’accendesti
  Delle nozze il dì primiero,
  Deh ritorna, o nume arciero,
  Questo core a consolar.
  La discordia i dì funesti
  Più non renda fra due sposi;
  E gli spasimi crucciosi 2
  Non ci tornino a turbar3. (parte

  1. Quest’aria fu soppressa nell’ed. Fenzo (1757).
  2. Nelle stampe del settecento: cruciosi.
  3. Nell’ed. Fenzo leggesi un’aria diversa: v. Appendice.