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396 ATTO TERZO
Masotto. Piano, per carità.

L’impegno, a quel ch’io vedo,
È che non l’abbia quello
Che all’uno e all’altro per destin s’oppone.
Contessa. Non l’avrà Titta.
Conte.   E non l’avrà Mingone.
Masotto. Se Titta non l’avesse,
Non l’avesse Mingone, e tant’e tanto
Dorina si accasasse?
S’ella si maritasse,
Per esempio, con un fuor di coloro,
Non resterebbe ognun col suo decoro?
Contessa. Vuò che Mingon sen vada
Fuori di casa mia,
E dato in mano alla giustizia sia.
Conte. Vuò che lo sciagurato
Di Titta per lo men sia bastonato.
Masotto. Va bene, io son contento
Che un simil complimento a lor si faccia.
Ma Dorina però, la poveraccia,
Per causa di color che hanno fallito,
Dovrà dunque restar senza marito?
Contessa. Che si mariti pur; che importa a me?
Conte. Lo faccia, se Mingon quello non è.
Masotto. L’occasion ci sarebbe,
E presto si potrebbe stabilirla.
Conte. Che dite? (alla Contessa
Contessa.   Che vi par? (al Conte
Conte.   Vogliam finirla? (alla Contessa
Contessa. Il marito chi è?
Vuò ch’egli piaccia a me.
Contessa.   Non vuò che sia
Qualche birbon...

Masotto.  

 S’ei fosse... per esempio...
Conte. Via, per esempio chi?