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LE NOZZE 387
Conte. Temerario! tant’osi, me presente?

Se ardirai di parlar...
Mingone.   Non dico niente.
Conte. Ascoltami, può darsi
Che l’interesse vaglia
A vincere Dorina.
Le darò cento doppie. (a Titta
Titta.   Buono, buono!
Conte. E dopo saran tue.
Titta.   Contento io sono.
Mingone. (Se vedessi la forca,
Ti vuò ammazzar). (piano a Titta
Titta. Mi vuol mazzar, mi dice 1. (al Conte
Conte. Temerario2, sotto un baston, se parli,
Morirai prima tu.
Mingone. Non temete, signor, non parlo più.
Titta. Chi sa? le cento doppie
Potrebbero allettarla;
Io son pronto a sposarla,
Ognor che il comandiate3.
Mingone. (Giuro a Bacco, saranno schioppettate).
Titta. Schioppettate? (verso Mingone
Conte.   Che dici? (a Mingone
Mingone.   Io non parlai.
Titta. Maledetto costui: non tace mai.
  La sposerò, signore,
  La prenderò di core,
  Se voi la date a me. (al Conte
  (E ben, che cosa c’è?) (a Mingone
  Le cento doppie care...
  (Ei dice mi vuol dare).
(al Conte, accennando Mingone

  1. Così corregge l’ed. Zatta. Nelle edd. Sassi e Fenzo: Mi vuò ammazzar; nell’ed. Guibert e Orgeas: Mi vuol ammazzar.
  2. Nelle edd. Guibert e Zatta è soppressa questa parola.
  3. Sassi, Fenzo e Guibert: comandate.