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384 ATTO SECONDO


SCENA VI.

Dorina ed il Conte.

Conte. Ecco, per cagion vostra...

Dorina. Se si grida, signor, per cagion mia,
Datemi la licenza, anderò via.
Conte. Per me v’ho licenziata:
Andatevene pur, però sposata.
Dorina. Ma perchè mi volete
Obbligare a sposarmi? Se volessi
Vivere sempre sola?
Conte. Ho data la parola;
Voi avete promesso di accordarla;
È disposta la cosa, e convien farla.
Dorina. Ma io... signor mio caro...
Vi dico... ad ogni patto...
Un di no tanto fatto.
Conte.   Impertinente!
Così meco si parla?
Ora son nell’impegno, e vuò spuntarla.
Titta, ehi Titta. (chiama

SCENA VII.

Titta e detti.

Titta.   Signor.

Conte.   Sei tu disposto
Ora qui a maritarti?
Titta. Sì, signore.
Dorina.   Ma io non vuò sposarti.
Titta. Pronte ha sempre il mio cor le voglie sue,
Ma questa cosa s’ha da fare in due.
Conte. Dorina, in mia presenza
Porgi a Titta la man.