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LE NOZZE 381
Conte. Poi penseremo a sciorre il matrimonio.

Contessa. Liberata sarò da un tal demonio.
Masotto. Perdonino, di grazia,
Perchè tanta rovina?
Contessa. Non mi può più veder.
Conte.   M’odia alla morte.
Contessa. Che marito gentil!
Conte.   Bella consorte!
Masotto. E pur parmi vedere,
Che lontani non son dal far la pace.
Conte. Con me sempre è sdegnosa.
Contessa. Compatibile io son, se son gelosa.
Masotto. Via, s’accostino un poco.
Contessa.   Oh questo no;
La prima non sarò.
Masotto. Da bravo, padron mio.
Conte. Non voglio essere il primo nemmen1 io.
Masotto. Un pochin alla volta;
Un pochino per uno.
Vi è un po’ di ritrosia;
Con licenza, signor, anderò via.
  Servo umilissimo,
  Ossequiosissimo,
  Quando mi chiamino
  Sarò prontissimo,
  Verrò a servir.
  Faccia un passino in là; (all'uno
  Volti quel viso in qua. (all’altro
  Ah, che contento amabile,
  Quando due sposi s amano,
  Il cuor che d’ira è torbido,
  In pace ritornar. (parte

  1. Sassi, Fenzo, Guibert: nè men.