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380 ATTO SECONDO
Conte. Ben; si è deciso ancora?

Masotto. Dirò... (con sua licenza). 1
(Per questa parte non stia più dubbiosa,
Che Titta certo non l’avrà in isposa).
(piano alla Contessa
Contessa. (Dunque l’avrà Mingone). (a Masotto
Masotto.   (Non saprei,
Lascio tirar la conseguenza a lei). (alla Contessa
Contessa. (Come andò la faccenda?) (a Masotto
Masotto.   (In due parole
Dorina ho persuaso,
Ed è per Titta disperato il caso). (alla Contessa
Contessa. (Bravo davver!) (a Masotto
Masotto.   (Al certo
Uomini come me ve ne son pochi). (alla Contessa
(Ma la testa davver convien che giochi). (da sè
Conte. (Che dice?) (a Masotto
Masotto.   (È disperata). (al Conte
Conte. (Ho piacer ch’ella sia mortificata). (a Masotto
Masotto. (Ora non parla più). (al Conte
Contessa.   (Come l’intende?) (a Masotto
Masotto. (Fra se stesso delira). (alla Contessa
Contessa. (Gli si vede negli occhi il foco e l’ira). (a Masotto
Conte. Fattor.
Masotto.   La mi comandi.
Conte.   Come dissi,
D’ogni effetto dotale
Che portò la contessa in questa casa,
Preparatemi i conti.
Masotto. Quando comanderà, saranno pronti.
Contessa. Badate: nel contratto
Vi ha da essere un patto,
Per cui nel caso di restituzione,
S’han da considerare i frutti ancora.
Masotto. Baderò, sì signora.

  1. (al Conte