Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/380

378 ATTO SECONDO
Livietta. In disparte ho sentito, ed ho veduto;

Ma sono una ragazza che ha prudenza.
Non lo dirò a nessun, ma con un patto,
Che mi facciate aver, perchè stia zitta,
In isposo colui che ha nome Titta.
Masotto. Vi prometto di farlo.
Livietta.   Ma non basta;
Vuò che mi fate poi la sigurtà,
Che sarà tutto mio con fedeltà.
Masotto. La cosa è un po’ difficile; per altro,
È Titta un buon ragazzo;
Credo sarà fedel1, ma in ogni caso,
Se fosse di cambiar volonteroso,
Non sarà poi con voi sì rigoroso.
Livietta. Almen che siano i patti
Reciprochi e discreti.
A voi mi raccomando;
M’impegno di tacer quello che so,
E se bisogna ancor, v’aiuterò.
Masotto. Chi sa che non mi valga
Di voi, Livietta mia?
Livietta.   Dice il proverbio,
Una man lava l’altra2
Onde ancora fra noi farem così.
  Son una ragazzina
  Sì docile e bonina;
  Di me più servizievole
  Al mondo non si dà.
  Ma vuol ragione poi,
  Che facciasi da voi
  Quel che da me si fa 3. (parte

  1. Nelle edd. Guibert-Orgeag e Zatta si salta alle parole di Livietta: A voi mi raccomando.
  2. Nell’ed. Fenzo (1757) segue: “e tutte due — Lavano il signor sì, — Onde ecc. — Se poi Titta non mi curasse, allora — Cercherò un altro amante, — E manderò colui alla buon’ora
  3. Nell’ed. Fenzo, in luogo di quest’aria, Livietta canta quella che si legge nella sc. 11, atto II, dei Bagni d’Abano: “Se si compra un bel vestito ecc. . V. p. 50.